Il Gaming oggi…

Parlando oggi di gaming, sia su console che su PC, tralasciando quello su smartphone, che merita un discorso a parte, credo che si possa dire, senza tanti giri di parole che si stava meglio quando si stava peggio.

Purtroppo o per fortuna, ho vissuto l’evoluzione dei videogiochi dagli anni 80 ad oggi e forse qualcosa è andato perso nel concetto ludico iniziale.

Il primo videogioco che ho avuto la fortuna di conoscere era da collegare al televisore, che spesso allora era ancora in bianco e nero. Si trattava delle primissime rudimentali console ed il gioco più in voga era il tennis in tutte le sue varianti, compreso lo squash per giocare in single player. La grafica era minimale ed i controller erano semplici potenziometri che, ruotati da un estremo ad un altro, spostavano la barra (racchetta) in su o in giù.

Poi, sono arrivati i primi giochi lcd portatili, anche questi estremamente basilari, ma che con il tempo iniziarono ad introdurre il colore, come il famosissimo gioco basato su Mario’S della Nintendo su cui ho passato veramente tanti pomeriggi.

Gli anni 80 sono anche stati gli anni dei primi computer e tra quelli con il parco giochi più vasto troviamo sicuramente il Commodore 64.

Il caricamento dei giochi avveniva tramite audiocassette e le grafiche erano, rispetto a quelle attuali, molto spartane con musiche molto particolari e l’introduzione della prime polifonie.

Lo step successivo, sono stati i giochi su computer di cui ricordo con particolare passione Unreal , Return to Castle Wolfenstein e GP2.

A questo punto entrano in scena le console da gioco, piattaforme dedicate esclusivamente all’intrattenimento ludico ed inizia l’era della PlayStation, delle varie Nintendo e delle Xbox. Qui, però, avviene un radicale cambiamento nei giochi e nel modo di intenderli. Infatti, fino a quel momento, chi voleva giocare lo faceva con una gradevole rapidità: accendevi il PC, caricavi il gioco e con due click eri immerso nel mondo ludico. Lo stesso discorso valeva per tutte le altre soluzioni nate fino a quel momento.

Con l’avvento delle console invece, cambia il modo di proporre il gioco che viene presentato quasi come un “film”, con una storia e lunghissimi video introduttivi che spesso sono impossibili da saltare. Di fatto, oggi, la situazione è ulteriormente aggravata dalla presenza di continui aggiornamenti e da tempi di caricamento sempre più lunghi dettati dall’enorme mole di dati da elaborare per ottenere un realismo sempre più spinto. Quindi, se hai voglia di giocare, accendi la console, lanci il gioco, attendi che venga caricato, ti becchi qualche minuto di video insopportabile e magari devi anche effettuare l’aggiornamento da 500 MB. Morale della favola, ti passa la voglia.

Aggiornamento di Fortnite

Inoltre, se fino agli anni ottanta i giochi erano pensati per un pubblico adolescente, notiamo come oggi, la produzione di titoli ludici sia quasi esclusivamente rivolta alla fascia 18+. Insomma, giocare non è più per ragazzi ma per adulti, dati i contenuti spesso volgari e cruenti.

Non va, inoltre, sottovalutato il costo di questi moderni giochi che si aggira mediamente sui 70 euro e fanno rimpiangere quelli che da ragazzi andavamo a comprare a Pescara e che costavano 5000 lire con un massimo di 25000 lire per i titoli più blasonati e con confezioni originali.

Dal mio punto di vista, considerando che le console sono queste (e ne escono nuovi modelli ogni 7/8 anni), più che spingere sul realismo, sacrificando tempi di caricamento, ci si dovrebbe concentrare sull’ottimizzazione del codice, garantendo fluidità e semplicità nell’accedere al gioco. Sarebbe interessante fare qualche passo indietro e tornare a poter giocare quando se ne ha voglia e non dover sottostare al servizio della console.

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