La tessera sanitaria: una scadenza senza un perché.

Tutti l’abbiamo nel portafogli in quanto da anni ha ormai sostituito la tessera del codice fiscale e la usiamo regolarmente in ambito sanitario ed in aggiunta al documento di riconoscimento.

Oltre al codice fiscale, contiene il nostro nome, cognome, luogo e data di nascita e la data scadenza in quanto ne riceviamo una nuova ogni 6 anni.

Ma perché ?

Visto che i dati che espone sono fissi e non cambieranno mai (raramente si cambia nome o cognome), perché darle una scadenza e per di più così breve?

Giustamente deve avere una scadenza, ad esempio, nel caso di immigrati con permesso di soggiorno, ed in questo caso la data di scadenza coincide con la scadenza del permesso.

Questo pezzo di plastica, con tanto di microchip integrato, ovviamente ha un costo ed oltretutto contribuisce a generare spazzatura. Se consideriamo che la vita media di un individuo è di circa 82 anni, e considerando che riceviamo la nostra prima Tessera sanitaria appena nati con scadenza ad 1 anno per poi riceverne una ogni sei anni dal momento in cui scegliamo il pediatra, ogni italiano utilizza nella sua vita ben 14 tessere.

Immaginando un costo di 10 centesimi di euro a tessera, rimandare ogni sei anni questo documento a tutti gli italiani costa allo Stato oltre 6 milioni di euro.

Nelle dinamiche economiche di un governo non saranno cifre impressionanti, ma 6 milioni di euro ogni 6 anni possono sicuramente essere utilizzati meglio che per produrre tessere sanitarie che andranno a sostituire tessere sanitarie identiche. Sarebbe sufficiente eliminare la scadenza e nel caso di smarrimento o deterioramento eccessivo richiedere, come si fa attualmente, un duplicato.

Ora, la domanda che mi pongo è la seguente: ma se ci ho pensato io che non sono nessuno, possibile che nessuno di questi nostri politici eruditi sia mai arrivato alle mie stesse conclusioni? O dovrò pensare seriamente di darmi alla politica per cambiare queste cose? Mah!

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