10 Gen, 2021

XBOX ONE – Manutenzione

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3 Gen, 2021

La casa domotica 2° puntata – configurazione dispositivo

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23 Dic, 2020

SwiftKey : una tastiera intelligente e versatile per il nostro smartphone.

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19 Dic, 2020

La casa domotica 1° puntata – Introduzione

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5 Ago, 2020

Nuova vita al vecchio PC con un semplice SSD.

Se volessimo stare dietro alla tecnologia informatica ed avere sempre l’ultimo modello disponibile in commercio, dovremmo spendere un patrimonio ogni 6 mesi. È anche vero, però, che un computer deve essere dimensionato su quelle che sono le esigenze del suo operatore abituale e per questo motivo, alla maggior parte di noi, è sufficiente una macchina dalle medie prestazioni in grado di farci navigare, gestire foto e video, e renderci usufruibile la suite di Office. Quello che però non tolleriamo è di dover aspettare lunghissimi minuti dall’accensione del nostro PC al momento in cui è effettivamente pronto a recepire i nostri comandi.

Prendiamo in esame una macchina ormai datata con un processore I3 di seconda generazione, 4 GB di ram e hard disk meccanico da 500 GB. Questa macchina ha un tempo di avvio (dalla pressione del tasto di accensione fino alla schermata richiedente la password) pari a 65 secondi. Per poter impartire il primo comando, dopo l’immissione della password, bisogna attendere ulteriori 85 secondi. Quindi questo PC ha un tempo di avvio complessivo di 2 minuti e 30 secondi, oltre che una lentezza operativa disarmante.

In molti penseranno che questo PC sia da rottamare, invece da sostituire è solamente il suo disco rigido, al posto del quale inseriremo un SSD, un disco allo stato solido. A differenza dei comuni dischi meccanici formati da piatti magnetici che girano a velocità variabili, a seconda dei modelli, tra i 5400 e i 7200 giri al minuto, gli SSD sono formati da chip di memoria il cui accesso è molto più veloce e diretto.

Per questo upgrade acquisteremo quindi un SSD ed un box esterno per dischi da 2,5 pollici, nel quale inseriremo il disco meccanico che toglieremo dal notebook. In questo modo, nonostante un’installazione ex novo del sistema operativo, avremo sempre i nostri dati a disposizione. Inoltre, in caso di estrema necessità, potremo sempre reinserire il nostro vecchio hard disk nel pc e tornare ad avere il precedente sistema funzionante (condizione per la quale è necessaria una certa accortezza nel gestire il disco esterno).

La sostituzione è molto semplice da eseguire, ma va fatta con estrema cura e delicatezza, trattandosi di oggetti con parti meccaniche in movimento ed estremamente soggette ai campi magnetici. Per questo motivo, se non siete sicuri o non avete le giuste competenze tecniche, affidatevi a chi fa regolarmente questo genere di operazioni.

Tutti i nostri dati, invece, saranno tenuti al sicuro nel box esterno che accoglie il nostro vecchio disco meccanico.

Una volta reinstallato il sistema operativo ho rilevato i seguenti tempi di avvio:

HARD DISKSSD
Accensione – Password65 Sec10 Sec
Password – Pronto85 Sec5 Sec

Siamo quindi passati da un tempo complessivo di 2 minuti e mezzo ad un incredibile 15 secondi con un incremento generale delle prestazioni del computer nell’installare e caricare con estrema velocità le applicazioni.

Con una spesa contenuta abbiamo rivitalizzato un notebook che altrimenti avremmo tenuto da parte. Se anche voi avete PC o notebook datati fateci un pensierino o chiedetemi pure un consiglio. Sarò lieto di aiutarvi.

Spero abbiate trovato interessante questo articolo. Attendo i vs commenti.

A presto…

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28 Giu, 2020

Il Tv 4K: Non sempre scelta vincente.

Ormai, qualunque volantino con prodotti di elettronica ci propone TV 4K, di medie dimensioni (49″/55″) e marchi anche blasonati, con prezzi molto allettanti, spesso al di sotto dei 450 euro. Ma è realmente il caso di fidarci? È davvero tutto oro quello che luccica? La risposta è più che scontata ed è ovviamente un secco NO.

TV di questo genere sono spesso prodotti con alcuni anni di presenza sul mercato sulle spalle, quindi dotati di tecnologia relativamente vecchia se consideriamo l’evoluzione a cui è sottoposto questo settore.

Inoltre, siccome va ricordato che nessuno ci regala mai nulla, un prezzo così basso per un TV di queste dimensioni e caratteristiche significa sicuramente:

  • un pannello led scadente;
  • un processore dalle scarse prestazioni coadiuvato da poca memoria;
  • una scarsa dotazione di porte HDMI e USB;
  • software poco performante in relazione al processore.

Inoltre, va preso in considerazione il tipo di contenuto video che solitamente viene visionato sul dispositivo, ossia se guardiamo semplicemente i canali del digitale terrestre, se usufruiamo di piattaforme di streaming o se abbiamo accesso a contenuti in 4K.

DEFINIZIONE: La risoluzione dello schermo è il numero dei pixel orizzontali e verticali presenti o sviluppabili in uno schermo. Ogni pixel (punto luminoso) è in grado di riprodurre l’intera gamma cromatica.

Risoluzioni.

Avere un televisore con risoluzione 4K (3840 x 2160 pixel) non significa assolutamente avere immagini dalla risoluzione e dalla qualità migliore, anzi, spesso è esattamente l’opposto. Dobbiamo infatti considerare che :

  • i canali TV più “poveri” trasmettono in risoluzione SD (720 x 480 pixel);
  • i principali canali TV trasmettono in HD (1280 x 720 pixel);
  • le piattaforme di streaming, cinema o sport trasmettono in HD ed in rari casi in 4K.
TV con risoluzione 4K

Questo significa che se visualizzassimo un immagine HD o FHD con rapporto 1:1 su uno schermo 4K otterremmo il seguente risultato:

Immagine HD su schermo 4K in rapporto 1:1
Immagine FHD su schermo 4K in rapporto 1:1

Come possiamo notare, le immagini da visualizzare non hanno abbastanza pixel per coprire l’intero schermo 4K. Infatti, l’immagine HD è pari ad un terzo della 4K mentre la FHD è esattamente la metà.

Per ovviare a questa problematica, i TV implementano una tecnica chiamata Upscaling (ampliamento) che consiste nel moltiplicare il numero dei pixel dell’immagine originale fino a raggiungere le dimensioni del pannello 4K.

NOTA: questa tecnica viene applicata anche dai TV FHD quando ricevono immagini SD o HD.

Quindi, nel caso di un’immagine HD, ogni pixel viene moltiplicato per 3 e ne va a coprire 9, mentre nel caso di un’immagine FHD, ogni pixel viene moltiplicato per 2 e ne copre 4.

Tecnica dell’Upscaling

Quindi la visualizzazione di un immagine con risoluzione nativa 4K sarà completamente diversa rispetto ad una HD a cui è applicata la tecnica dell’Upscaling.

In realtà, questo calcolo non viene eseguito in maniera così brutale, ma è il frutto di elaborati calcoli che tengono conto dei pixel circostanti e dell’applicazione di filtri, oltre che del giusto livello di compressione dell’immagine. Un TV con processore scadente dovrà applicare un elevato livello di compressione dell’immagine per lavorare con flussi di dati minori ed il risultato sarà eclatante a video.

Come si può notare nelle immagini precedenti, il testo non risulta essere ben definito e si nota come una sorta di alone intorno ad ogni carattere, segno che il software del dispositivo lavora in condizioni di estrema compressione delle immagini.

Nelle immagini seguenti, invece, vediamo un TV che lavora correttamente le immagini visualizzando testi chiari e ben definiti.

Quindi da questa rapida disamina possiamo trarre le seguenti conclusioni ed indicazioni:

  • è sempre importante vedere il TV che vogliamo acquistare in funzione;
  • è inutile spendere cifre elevate per un TV 4K se lo utilizzeremo per guardare solo canali che trasmettono al massimo in HD. In questo caso è sufficiente un buon FHD.
  • se desideriamo a tutti i costi un TV 4K, consideriamo di dover spendere qualche euro in più per un prodotto di qualità e soprattutto performante nella gestione delle immagini.

Spero che questo articolo sia servito a chiarirvi le idee sul concetto di risoluzione e sulla reale utilità del 4K.

A presto.

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1 Apr, 2020

Nuova Area Download

È pronta la nuova Area Download del blog, dalla quale scaricare il software che vi consiglio e che approfondiremo nei vari articoli. I programmi saranno costantemente aggiornati e l’area migliorata con varie new-entry.

https://www.ferraraweb.net/wp/?page_id=1437

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10 Mar, 2020

Google Form per fare i compiti di scuola…

Sono a totale disposizione per eventuali chiarimenti o approfondimenti sull’argomento.

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9 Mar, 2020

L’INFORMATICA PER TUTTI. Una password per ricordarle tutte. – 2° Parte

Una password per ricordarle tutte. – Smartphone – 2° Parte

Nella prima parte di questo articolo abbiamo visto come gestire le nostre password sul nostro PC tramite il programma KeePass2. Adesso vedremo come fare la stessa cosa sul nostro smartphone in modo da avere le nostre password sempre con noi.

Per prima cosa scarichiamo ed installiamo dal Play-Store la nostra App.

App sul Play-Store
App installata

Avviando il programma avremo la possibilità di aprire un archivio già esistente o di crearne uno nuovo.

Se avete seguito e messo in pratica il primo articolo, potete proseguire con l’apertura di un file. Se invece pensate di utilizzare KeePass solamente sul vostro telefono dovrete creare adesso il vostro archivio di password.

Aprire il file creato da PC

Cliccando si Apri File si aprirà una schermata che ci permetterà di selezionare il nostro file a seconda di dove lo avremo salvato.

Poiché abbiamo salvato il nostro archivio sul cloud, e precisamente, nel nostro caso, sul Google Drive, selezioneremo l’icona corrispondente. Come è possibile vedere, l’app è estremamente flessibile e prevede l’accesso a tantissimi diversi sistemi di archiviazione. Una volta dati tutti i consensi ad accedere alle varie aree del telefono, selezionato l’account google dal quale accedere al Drive, potremo cercare e caricare il nostro file per poi ritrovarci nella schermata di accesso.

La modalità QuickUnlock permette di accedere rapidamente all’app ed ai propri dati semplicemente inserendo gli ultimi tre caratteri della password. Una volta inserita la password avremo accesso al nostro file.

Per prendere visione delle varie credenziali memorizzate nel nostro archivio è sufficiente selezionare il Gruppo desiderato ed in seguito sulla Voce desiderata.

Selezione del Gruppo
Selezione della Voce

Visualizzando i dati della Voce, possiamo visualizzare la password cliccando sul simbolo dell’occhio.

Visualizzazione di default
Visualizzazione della password

Volendo inserire una nuova Voce o Gruppo è sufficiente cliccare sull’icona “+” in basso a destra nella schermata desiderata.

Nel caso di una Voce, il programma ci propone inoltre una serie di Form con dati Predefiniti e personalizzati per le diverse tipologie di dati da immagazzinare.

Inseriti tutti i dati possiamo confermare con l’icona del floppy.

Inseriti i dati salviamoli con l’icona del floppy.

Nella prossima puntata vedremo come creare un archivio da zero direttamente utilizzando il solo smartphone.

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3 Mar, 2020

Intuizione sull’auto elettrica

In questi giorni, è rimbalzata dal Giappone la notizia dell’idea che la Nissan pensa di implementare batterie sostituibili rapidamente sulle auto elettriche, per evitare la ricarica. Si andrà in apposite stazioni di servizio per sostituire rapidamente il pacco batteria della propria auto con uno già carico.

Si tratta sicuramente di una buona idea ma non si tratta oggettivamente di un rivoluzione, anche se può sembrarlo. Non è infatti una pensata nuova. Già nel 2017, infatti, scrivevo su una nota della mia pagina facebook.

https://www.facebook.com/notes/ferrara-web/volete-veramente-le-auto-elettriche/1101685446598561/

Scusandomi per gli “orrori” ortografici fatti nella nota, il concetto è il medesimo ma con data luglio 2017. Insomma, non bisogna essere un ingegnere o un genio per avere certe idee vincenti, anzi mi meraviglio che non siano venute prima a chi di dovere. Di sicuro, quello che però è fondamentale è la standardizzazione. Non si può pensare ad un simile sistema personalizzato per ogni casa automobilistica.

Quanto sarebbe bello passare in una apposita stazione con la nostra auto elettrica ed uscirne dopo 2 minuti con la batteria totalmente carica.

Vedremo se l’idea verrà apprezzata, e soprattutto se le case automobilistiche sapranno mettere da parte gli interessi per un intento comune che porterebbe grande giovamento alla mobilità elettrica ed all’ambiente.

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