Mentre il mondo della medicina, a tutti i livelli, sta combattendo per noi contro un nemico infido ed invisibile, il resto del paese si divide in chi, responsabilmente, ha deciso di seguire le regole standosene a casa, ed i runner, quelli che, diciamo le cose come stanno, fregandosene di tutto e tutti, devono per forza scorrazzare per stradine e parchi, in nome di una forma fisica e di un allenamento che sembrano loro di vitale importanza.
In televisione, su tutti i canali, non fanno altro che dirci, a ripetizione, di stare a casa ed uscire solo se strettamente necessario per lavoro, spesa o salute. Questo non perché siamo sotto regime dittatoriale, ma per il nostro bene, per limitare il diffondersi di un virus che ha estrema facilità nel propagarsi.
Eppure subiamo quotidianamente il menefreghismo di gente a cui basta la scusa di andare a correre o del cane, per uscire in barba a regole e buon senso. Possibile che questi soggetti non capiscano da soli il danno che arrecano alla collettività? Possibile che non comprendano che la loro libertà termina dove inizia quella del prossimo? Poi non lamentiamoci se noi italiani, per pochi imbecilli, veniamo ancora rappresentati con i soliti stereotipi, come quelli che se ne fregano delle regole e a cui calza a pennello il detto “campa oggi che arriva domani”.
Questo comportamento è soprattutto terribilmente irrispettoso nei confronti di chi è costretto ad uscire per lavoro o di chi, proprio per lavoro, lotta contro il virus tutti i giorni per difenderci e curarci.
A ben riflettere, se proprio qualcuno dovrebbe avere il diritto di rilassarsi con una corsetta o una passeggiatina, sarebbero proprio medici, infermieri ed operatori sanitari, che sono in prima linea e stanno sostenendo turni massacranti. Sono altrettanto certo, però, che sarebbero i primi a voler stare chiusi in casa e a chiederci di fare altrettanto.
In molti si stanno mobilitando contro questo problema, personaggi dello spettacolo, del Web e dello sport.
Personalmente, penso che sia ora che gli organi competenti dicano con chiarezza che non bastano un paio di scarpe ed una tuta, o anche un animale domestico, per ottenere una valida scusa per uscire. E’ ora che tutti si chiudano in casa e rispettino il sacrificio di chi in casa ci sta già da ormai 12 giorni.
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