Un mondiale tutto diverso, ma la Ferrari non cambia mai.

Se c’è una cosa che non si può mettere in discussione è l’amore che i tifosi Ferrari hanno verso la scuderia di Maranello. Anni, lustri, decenni di gare tribolate con pochissime soddisfazione dopo un’era fantastica, ma ormai lontana, dominata dal più forte di tutti i tempi: Schumacher. Ma non si può vivere di soli ricordi e la concorrenza ci sta letteralmente ridicolizzando.

Già dai test invernali la macchina aveva dimostrato di non avere il passo, creando subito allarme tra i tifosi e gli addetti ai lavori. Soprattutto, però, la concorrenza metteva in mostra la propria capacità di inventare, seppure con un regolamento stringente e limitato come quello attuale.

Sia Mercedes che Red Bull si sono dimostrate superiori in quanto a perfomance pura, seppure con alcune ombre in merito all’affidabilità. Quello che era chiaro è che a Melbourne la Ferrari si sarebbe presentata senza particolari novità che sarebbero state pronte, probabilmente, per la prima gara europea. Accadde poi quello che ormai è storia e tutto il circo della F1 sarebbe dovuto essere congelato fino alla riapertura ufficiale del mondiale.

In verità, però, mentre la Ferrari si presenta sul circuito austriaco praticamente identica a come si era presentata in Australia, molte concorrenti portano novità, alcune delle quali molto importanti. Su tutte la Red Bull porta un motore evoluto ed un nuovo fondo piatto, mentre Mercedes porta le ruote sterzanti al posteriore (che testeranno al venerdì), un nuovo pacchetto aerodinamico ed un nuovo carburante che dovrebbe risolvere i problemi di affidabilità riscontrati in Spagna.

Quindi la domanda che ci poniamo è: durante il lockdown si poteva o non si poteva lavorare? Ovviamente in Ferrari nessuno ha lavorato e tutto è restato congelato con il chiaro risultato che abbiamo sotto gli occhi oggi.

È imbarazzante presentarsi alla prima gara del mondiale, dopo oltre 3 mesi di stop, ed esordire chiedendo tempo e pazienza ai tifosi perché il sedicente pacchetto correttivo della macchina arriverà solamente alla terza gara, tra due settimane.

In tutto questo si denota la totale inadeguatezza di Mattia Binotto, che come tecnico non si discute, ma come manager mostra tutti i limiti di un carattere debole e di una completa mancanza di esperienza.

Già la scelta di non rinnovare il contratto a Vettel è un errore imperdonabile. Sul mercato non ci sono piloti di esperienza liberi e togliere il sedile ad un 4 volte campione del mondo, al quale la scuderia non è mai stata in grado di dare, dall’inizio dell’anno, una vettura competitiva è vergognoso. Presa l’amara decisione i tifosi si aspettavano un nome che fosse una garanzia, come per esempio Ricciardo (richiamare per l’ennesima volta Räikkönen sarebbe stato grottesco), oppure un nome di prospettiva come Norris. Invece, in Ferrari, tirano fuori dal cilindro un pilota mediocre, non più giovanissimo ma comunque senza esperienza in top team: Sainz. Inoltre, la passata stagione, è stato più volte battuto dal suo compagno di squadra Norris, un pilota alla sua seconda stagione in F1.

La verità è che a Maranello manca una guida dal polso ferreo come lo era Montezemolo, uno che sa fare il dirigente e che ha lo stile Ferrari nel sangue, nel proprio dna. Manca, però, anche una buona dose di autocritica nel riconoscere che né Alonso né Vettel hanno vinto a causa dell’incapacità del Cavallino di dar loro vetture vincenti e adatte al loro stile di guida.

Vedremo da domani quali sono realmente i valori in campo e se per una volta la Ferrari ha giocato di strategia, ma la sensazione è che ci aspetta un campionato strano, diverso, nel quale l’unica costante sarà l’incapacità della Rossa di realizzare una macchina vincente.

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